Luca ha cinque anni e un compito preciso: controllare le lancette. Quando suo nonno gli allunga il microfono e lo inchioda alla sedia con una trafila di domande, Luca deve non solo rispondere, ma anche verificare che le lancette del registratore si muovano sotto i vetrini. Non è un nonno come gli altri, quello di Luca. Smonta i lampadari e dentro ci costruisce presepi sferici; assembla modellini di cannoni che sparano davvero; allena i pesci dell’acquario a resistere in apnea. Che succede se tutto questo, all’improvviso, si interrompe?
Adesso Luca ha trent’anni e lavora in radio, ma al microfono non parla più. Circondato da pareti acustiche, protetto dal vetro della regia, cerca di tenere a bada i suoni, di annullare la possibilità dell’errore. Il rischio è incontrare la ragazza giusta – un amore che si chiama come la notte – e farsela sfuggire. Per evitare che questo accada Luca dovrà tuffarsi in un tempo che per definizione non torna indietro: quello della diretta. Al suo fianco c’è Ezio, il tecnico che in carriera ha sbagliato una volta sola. C’è Bruce Springsteen, con la sua voce ruvida e incandescente. E c’è infine un nastro, il più prezioso tra tutti i tesori che al momento buono tornano a galla e fanno schizzare in alto le lancette.
Un romanzo acustico, tempestato di «schegge sonore»: dal mistero che hanno le parole quando le si incontra da piccoli alle formule dei bollettini meteo. Area di instabilità sul mare di Alborán. Mettersi in ascolto.